Progetto VENetIan Virtual Archive, ESPRIT 20638


Il "museo dell'assistenza veneziana": le collezioni artistiche dell'I.R.E., Istituzioni di ricovero e di educazione

    L'IRE, Istituzioni di ricovero e di educazione, gestisce una ventina di istituti di beneficenza. Da nove fra i suoi più antichi istituti l'Ente ha ereditato un ricco patrimonio di beni artistici mobili che formano le collezioni IRE: dei 972 pezzi che le costituiscono, 433 sono dipinti, 86 sculture, 453 oggetti d'arti applicate (argenterie, tessuti, merletti, suppellettili di arredo domestico e di culto ed altro). È il "museo dell'assistenza veneziana", frutto della munificenza dei benefattori del passato che si esprimeva negli arredi artistici delle chiese, visibile segno della ricchezza e dei favori che il luogo pio godeva tra la popolazione, nonché nei lasciti dei patrimoni privati che a volte annoverano vere e proprie collezioni d'arte; ma è anche testimonianza dell'operosità degli assistiti, in particolar modo delle fanciulle e delle donne, che ripagavano la "pia casa" dell'ospitalità ricevuta con la produzione di preziosi manufatti tessili.
Gli istituti di beneficenza

    Il patrimonio d'arte delle diverse istituzioni è composto prevalentemente da opere a ispirazione religiosa. Nelle cappelle e nelle chiese si rende tangibile l'impegno dei governatori che reggevano le sorti del luogo pio, nel ricordare, attraverso i ritratti o le immagini dei santi protettori, la munificenza dei passati benefattori e nel sollecitare nuova generosità con lo splendore delle sacre funzioni, accompagnate dal canto melodioso degli assistiti. Si formava fin dalle origini e si consolidava nel corso dei secoli quel binomio di carità e cultura che vedeva nei poveri e nei più "derelitti" della società i naturali destinatari e fruitori dell'arte, sia figurativa che musicale, prodotta nei luoghi di assistenza; concetto questo che rappresenta ancor oggi il perno attorno cui ruota l'impegno dell'IRE a mantenere, conservare, tutelare i patrimoni storici affidati dal passato.
Il carattere sacro delle raffigurazioni

    L'importanza dei cicli artistici conservati nelle chiese e delle collezioni pervenute per lasciti non si potrebbe appieno comprendere se non si tenesse presente che i governatori laici che reggevano le sorti dei luoghi pii erano in molti casi le stesse persone che reggevano i destini della Serenissima o che ne determinavano la forza economica con i propri ricchi commerci: solo in subordine alla munificenza dello Stato e delle Scuole Grandi, gli ospedali e luoghi pii hanno nel corso di tre secoli gareggiato per dotarsi di opere dei migliori artisti, architetti, pittori, scultori. I proti di Venezia furono anche i proti degli ospedali: Palladio, Sansovino, Longhena, Massari; mentre i "migliori Pittori che vivono al presente" (Martinioni, 1663) dipinsero all'Ospedaletto le pale volute dai benefattori.
    Per citare solo alcuni significativi episodi, si ricorda come Palma il Giovane dipinse i teleri per l'Oratorio dei Crociferi, producendo un insieme di opere che la critica unanimemente ritiene le migliori della sua ampia produzione; che Leandro Bassano eseguì la pala per l'altar maggiore delle Zitelle con la Presentazione di Maria al Tempio; che al Tiepolo giovane si devono alcuni "pennacchi" nella Chiesa dell'Ospedaletto con figure di apostoli e profeti; e che Jacopo Marieschi rese compiuto in pittura il progetto architettonico che Giorgio Massari ideò per la chiesa delle Penitenti. Per restare nell'ambito delle chiese, non si possono non citare anche splendide sculture come le due Madonne del Sansovino (una rarissima in cartapesta a tutto tondo per la cappella delle Muneghette e l'altra in prezioso marmo di Carrara ad altorilievo, la "Madonna del bacio" donata dal procuratore Federico Contarini alla chiesa delle Zitelle), o gli Angeli di Tommaso Ruer ai lati dell'altare di Sardi - Longhena nella chiesa dell'Ospedaletto, o, per il Settecento, la Madonna col Bimbo del Morlaiter ancora nella chiesa delle Zitelle.
Gli artisti

    Parallelamente nell'altro cospicuo filone delle opere d'arte dell'IRE, quello di provenienza privata da lasciti patrimoniali, si annoverano manufatti rari e preziosi come due croci astili di legno dipinto del XIII e XIV secolo o una serie di icone veneto-cretesi, accanto a quadri di autori famosi quali Marco Marziale e Battista Franco, Jacopo e Domenico Tintoretto (nel 1750 il bozzetto del Paradiso di Palazzo Ducale pervenne all'Ospedale dei Derelitti), Gerolamo Forabosco e Carlo Ceresa, Daniel van den Dyck e Carlo Loth, Gregorio Lazzarini e Gian Antonio Pellegrini, Alessandro Longhi e Francesco Guardi, Nicolò Bambini e Gaspare Diziani, Giambattista e Giandomenico Tiepolo, Nicola Grassi e Antonio Balestra.
I lasciti patrimoniali

    Presentiamo qui una piccola selezione di opere d'arte di proprietà dell'IRE suddivise per genere: dalle pale d'altare ai ritratti, dagli oggetti liturgici alle sculture. Ogni opera è corredata da una scheda descrittiva artistica, nonché da un'immagine rappresentativa che si può a scelta ingrandire. Inoltre per ogni oggetto artistico sono segnalati i collegamenti ipertestuali ai documenti storici conservati nell'archivio IRE e che, facendo riferimento a queste opere d'arte, ne sono uno strumento prezioso di indagine, a testimonianza del parallelismo tra il documento d'archivio e l'opera d'arte tipico delle collezioni dell'IRE.

    Silvia Lunardon

La raccolta


    © 1998 Marsilio Editori - Il Tridente